Essityè un’azienda multinazionale svedese operante nell’ambito dell’igiene e della salute - nota per i suoi brand TENA, Nuvenia, Tempo, Tork, Demak’Up, Libero, Leukoplast, Jobst e Actimove. Impegnata da anni nella lotta contro gli stereotipi che ledono il benessere e la libertà dell’individuo, oggi l’azienda si pone l’obiettivo di rompere il silenzio intorno al tema delle mestruazioni in Italia.

L’intento è di promuovere il dibattito pubblico su un argomento ancora fortemente sentito come un tabù. A questo scopo, con l’Istituto Nazionale AstraRicerche, é stata condotta la prima ricerca in Italia che indaga il ciclo mestruale a 360 gradi. Sono stati intervistati 1633italiani, uomini e donne tra i 15 e i 65 anni a cui è stato sottoposto un ampio questionario: dal come si parla oggi di ciclo, al come si affronta nella vita quotidiana, a scuola, al lavoro, in famiglia, fino ad investigare le opinioni più diffuse su temi protagonisti del dibattito pubblico come la tampon tax e il congedo mestruale.

Nonostante il ciclo mestruale sia un evento naturale e fisiologico per una donna in età fertile, dai risultati dalla ricerca emerge che non tutte le donne associano a questo evento un sentimento di “normalità”, e che il tema in Italia è ancora un tabù per una parte della popolazione. Le mestruazioni infatti sono vissute male da oltre la metà delle donne intervistate (54,1%) che associa al ciclo una sensazione di dolore. I disturbi più frequenti sono: gonfiore, dolore pelvico, stanchezza fisica e cambiamento dell'umore.

Il 27,4% prova disagio ed imbarazzo e il 23,6% considera le mestruazioni una condizione invalidante. Solo il 19,3% delle donne intervistate le associa ad una "potenzialità generativa". D'altra parte, il 12,3% vi associa l'idea di depurazione che vince su quella di “schifo” (5,1%), mentre quella di sensualità/femminilità (15,1%) vince su quella di minorità/inferiorità (3,1%).

A parlare liberamente di mestruazioni sono le donne più giovani(le percentuali decrescono al crescere dell’età) e nel Sud del Paese (qui le percentuali crescono man mano che si scende attraverso lo stivale). Il 70,1% del campione (uomini e donne) concorda con l’affermazione che parlare di mestruazioni è importante anche per gli uomini“per aprire un mondo di conoscenza e di percezione sulle loro madri, compagne, sorelle, etc. che in molti ignorano del tutto" (75,3% delle donne e 65,3% degli uomini) e il 69,0% ritiene che  il tema andrebbe trattato regolarmente e con serietà: "una corretta comunicazione potrebbe contribuire a migliorare la salute delle donne vista l'ignoranza diffusa su alcuni disturbi e malattie legate alle mestruazioni" (75,3% delle donne e 62,8% degli uomini).

Il 67% degli intervistati ritiene che "non parlarne ha alimentato false idee/superstizioni".Solo il 27,5% ritiene che sia un argomento che ogni donna dovrebbe tenere per sé (ma solo il 7,5% lo afferma con forza). Accordo quasi perfetto tra i due sessi sul fatto che la maggior parte delle persone considera le mestruazioni un tabù (45,3%).

Ma quanto se ne parla in famiglia?Due intervistate su tre dichiarano di aver ricevuto comprensione e supporto (67,2%) ma solo una su due è stata preparata prima del ciclo mestruale (49,8%): se ne parla troppo tardi (e comunque per un terzo delle famiglie affrontare il tema è ancora un problema).

Restano forti le false idee, soprattutto tra gli uomini:gli intervistati maschi pensano infatti che le donne abbiano minore capacità di giudizio durante il 'ciclo' (18%), che rendono meno al lavoro (18%).

Circa la ‘tampon tax’ (la proposta di ridurre l’IVA sugli assorbenti), invece, il63% delle donne ritiene inaccettabile che gli assorbenti siano tassati con IVA al 22% dal momento che rappresentano un bene di prima necessità e non un lusso.

Mentre il 54,5% delle donne e il 55,6% degli uomini non ha mai sentito parlare di congedo mestruale.Le opinioni in merito a questa proposta di legge (che prevede fino a tre giorni al mese di permesso retribuito per tutte le donne lavoratrici con dismenorrea: ciclo mestruale invalidante) sono simili. Uomini e donne concordano nel ritenere che un Paese civile dovrebbe riconoscere la possibilità a chi sta male di non lavorare (34,6% donne e 33,6% uomini). Si nota però un sentiment leggermente più negativo da parte delle donne che temono un peggioramento della situazione lavorativa femminile. Alcune intervistate credono potrebbe aumentare la diffidenza dei datori di lavoro verso le assunzioni di donne (35,2% le donne e 28,6% gli uomini). E ancora che “sminuirebbe le donne, lasciando passare il concetto che la capacità lavorativa di una donna varia in base ai cambiamenti ormonali" (27,9% le donne e 22,6% gli uomini).

“Crediamo sia necessario continuare a sostenere un dibattito costruttivo su questo tema, collaborando con gli interlocutori già attivi in questo campo. Solo insieme saremo in grado di trovare le soluzioni migliori per abbattere i tabù e contribuire al progresso della nostra società. Questa ricerca rappresenta per noi l’inizio di un nuovo immaginario sulle donne, più aperto, inclusivo e informato.”Dichiara Massimo Minaudo, Amministratore Delegato Essity Italy SpA.

I principali risultati della ricerca vengono presentati mercoledì 12 febbraio in Sala Alessi a Palazzo Marino all’interno del convegno “Empowerment al femminile. Iniziamo dalle mestruazioni”organizzato da e con Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano. Intervengono: Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati Milano; Cosimo Finzi, Sociologo e Direttore di AstraRicerche; Nicoletta Orthmann, Coordinatore scientifico di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere; Gaia Romani e Silvia de Dea, Rappresentanti dell’Associazione Onde Rosa; Lucia Tagliaferri, Direttrice Commerciale Consumer Goods Essity Italy SpA; Maria Laura Deni, Responsabile Comunicazione Essity Italy SpA; Alice Berardi e Martina Ricca, Rappresentanti de LeNostreCose; Saluti di Valeria Valente - Senatrice, Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul femminicidio e le violenze in genere.

Per ulteriori informazioni contattare:

Anna Del Piccolo, Ufficio Stampa Essity, 335 8470267,anna.delpiccolo@omnicomprgroup.com

Alessandra Quintavalla, Ufficio Stampa Essity,alessandra.quintavalla@omnicomprgroup.com

Essity

Essity è un’azienda leader globale nei settori dell’igiene e della salute. Siamo impegnati nel miglioramento della vita delle persone attraverso prodotti e servizi sempre più mirati al benessere dell’individuo. Commercializziamo i nostri prodotti in circa 150 paesi tramite brand leader a livello globale quali TENA e Tork, oltre ad altri brand affermati come JOBST, Leukoplast, Libero, Libresse, Lotus, Nosotras, Saba, Tempo, Vinda e Zewa.  Essity conta circa 46.000 dipendenti. Nel 2019, ha registrato un fatturato netto di circa 129 miliardi di SEK (12,2 miliardi di EUR). La società ha sede a Stoccolma, Svezia, ed è quotata al Nasdaq di Stoccolma. Essity si impegna nell’abbattere le barriere al benessere e intende contribuire ad una società più sana, sostenibile e circolare. Per maggiori informazioni visitare il sito:www.essity.com