Roma, 18 Aprile 2018 - Oltre 400 milioni di persone colpite in tutto il mondo; 120 milioni i care givers chiamati a prendersi cura di un familiare: questa una prima delineazione dell’incontinenza urinaria, una delle principali patologie croniche al centro del dibattito internazionale durante la 7° edizione del Global Forum of Incontinence tenutosi a Roma il 17 e il 18 aprile scorsi.

Una due giorni di intensa discussione e confronto che ha riunito nella Capitale l’eccellenza di professionisti sanitari, istituzioni, associazioni e organizzazioni di pazienti, familiari e caregivers provenienti da oltre venti Paesi, attorno al tema "Guidare i risultati nella cura dell’incontinenza – creare una relazione vincente per pazienti, assistenti e sistema sanitario”.

Oltre 4 milioni, in Italia i pazienti affetti da questa patologia; numero che tenderà ad aumentare considerando le stime dell’Istat secondo le quali, nel 2030, il 26% della popolazione sarà over 65 anni.

A sottolineare una rinnovata attenzione, non solo scientifica e professionale, ma soprattutto politico-istituzionale, nei confronti dell’incontinenza urinaria, il recente accordo stipulato in sede di Conferenza Stato – Regioni su un “Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale”; sintesi di un analogo Documento predisposto da un Gruppo di lavoro voluto dal Ministero della Salute Italiano per il quale sono stati impegnati per oltre un anno più di trenta esperti del settore.

“Questo importante lavoro svolto da esperti, ricercatori, clinici, docenti universitari, rappresentanti delle aziende del settore e associazioni di pazienti ha permesso di individuare e definire i principali interventi da mettere in atto per determinare un miglioramento nella gestione e cura della patologia – commenta Roberto Carone past president della Fondazione Italiana Continenza e della Siu – Tra le principali azioni previste dal Documento Tecnico Ministeriale prevalgono da un lato la necessità di fare proprio il modello organizzativo proposto da anni da Fondazione Italiana Continenza, basato sulla Rete di Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza, dall’altro l’individuazione di percorsi diagnostici-terapeutici-assistenziali in grado di garantire omogeneità di trattamento dei pazienti, appropriatezza quantitativa e qualitativa delle cure e un ruolo attivo del paziente.”

Da sottolineare, inoltre, la riflessione sul processo di distribuzione degli ausili monouso e il conseguente impegno a valutare modalità di fornitura più adeguate ed efficienti di quelle attualmente in atto.

A questo scopo si rivolge l’innovativo sistema di approvvigionamento che si sta approfondendo in Regione Lombardia con il supporto della LIUC Business School: un modello basato sulla logica di voucher a importo predeterminato che potrebbe garantire un maggior controllo e contenimento della spesa a livello Regionale e una maggiore libertà di scelta, e quindi di individualizzazione della cura, da parte del paziente.

“La logica del voucher non rappresenta una novità assoluta nel contesto della distribuzione dei prodotti sanitari: in Lombardia essa è attualmente in uso per i prodotti alimentari senza glutine per i soggetti affetti da celiachia e rappresenta una best practice a cui guardano con attenzione anche altre Regioni italiane. – spiega Emanuele Porazzi Università LIUC C. Cattaneo - Coerentemente con questo modello distributivo, ad ogni paziente potrebbe essere assegnato un profilo partendo dai dati di consumo storici a cui, a tendere, corrisponderà uno specifico livello di incontinenza (per es. lieve, media o grave), definito grazie a una valutazione clinica-infermieristica. Un certo importo economico mensile verrebbe quindi assegnato ad ogni profilo con il quale il paziente, con un ruolo attivo, potrebbe ritirare il numero e i tipi di presidi ad assorbenza che preferisce in farmacia oppure eventualmente attraverso altri canali distributivi”.

Nell’ottica di individuare asset di miglioramento degli standard di cura dell’incontinenza urinaria a livello internazionale, il Forum Globale sull’Incontinenza è stata occasione per presentare i risultati di un innovativo studio intitolato “La misurazione dei risultati per migliorare la gestione dell’assistenza dell’incontinenza” promosso da Essity, azienda leader mondiale nei settori dell’igiene e della salute, e condotto da un panel di esperti con il supporto del Global Strategy Group di KPMG.

Basandosi su una revisione totale della letteratura esistente per sviluppare una prima “lista estesa” di possibili KPI, lo studio ha coinvolto tutti gli stakeholder con oltre 60 persone a rappresentare pazienti, assistenti, operatori sanitari, responsabili politici e payers. Ciò ha portato alla realizzazione di un elenco definitivo di 14 indicatori chiave di prestazione (KPI) in grado di guidare la gestione quotidiana dell’incontinenza e il miglioramento degli standard assistenziali.

Per Anne-Sophie Parent, Segretario Generale di AGE Platform Europe, “l’incontinenza è un problema in costante crescita all’interno della popolazione più anziana; per questo, AGE Platform Europe accoglie con favore i risultati di questo studio in quanto utile ispirazione per continuare a migliorare la qualità delle cure. Molte delle persone affette da questa patologia, infatti, devono dipendere da soluzioni per l’igiene personale per poter vivere una vita indipendente e dignitosa”.

UN COSTANTE MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA DELLE PERSONE AFFETTE DA INCONTINENZA

Nonostante i progressi clinici compiuti negli ultimi anni e l’ampliamento della gamma di trattamenti disponibili, l’incontinenza urinaria rimane una “malattia silenziosa” ancora troppo spesso sottovalutata nel sistema e nelle politiche sanitarie attuali.

La necessità di garantire un’assistenza sanitaria di qualità è un obiettivo imprescindibile; le persone che devono gestire la loro condizione di incontinenza quotidianamente, infatti, hanno bisogno di cure e prodotti che rispondano perfettamente ai loro bisogni.

I 14 indicatori di prestazione identificati, tangibili, misurabili e approvati sia da chi soffre di incontinenza, sia da chi è coinvolto nella cura della patologia, potranno dunque essere il punto di partenza per migliorare gli standard di cura. Le misurazioni dei risultati includono valori clinici, economici e legati alla Qualità della Vita (QoL, Quality of Life), partendo da KPI legati alle abilità, fino ad arrivare ai costi di ricovero derivanti da un’assistenza inadeguata della continenza.

Coerentemente con quanto si sta affermando nei sistemi sanitari europei, l’esigenza è quella di costruire anche nella cura dell’incontinenza un’“assistenza sanitaria basata sul valore”, nata e guidata dall’ICHOM (International Consortium of Health Outcome Measures), che premia i fornitori sulla base della misurazione dei risultati sanitari utili per i pazienti rispetto al costo di somministrazione degli stessi.

Il modello così delineato vuole puntare ad un sistema sanitario in grado di garantire migliori standard assistenziali utilizzando al meglio le risorse a disposizione nell’interesse di tutte le figure coinvolte: pazienti, fornitori di servizi, payers e decisori finali.

L’augurio è che i risultati di questo studio possano migliorare concretamente la somministrazione delle cure alle persone affette da incontinenza e possano essere adottati dai sistemi sociali e sanitari nazionali di tutto il mondo. Ai decisori finali e a coloro che somministrano le cure verrebbero dati per la prima volta obiettivi misurabili a cui aspirare, e strumenti per ricercare un costante miglioramento nell’assistenza alle persone affette da incontinenza. Inoltre, questi risultati faciliterebbero la creazione di una banca dati che, a sua volta, fungerebbe da base per l’applicazione concreta di quell’assistenza basata sul valore fondamentale nell’applicazione di strategie per una corretta igiene personale per i pazienti affetti da incontinenza.”